L’astrologia occidentale affonda le sue radici nell’antica astrologia egizia e caldea (VIII secolo a.C.) e, fino a molti secoli dopo la nascita di Cristo, non si distinse sostanzialmente dall’astronomia Era la classe sacerdotale che in Mesopotamia osservava la volta celeste e registrava puntualmente ogni evento astronomico.
Per lungo tempo astrologia e astronomia sono state strettamente legate, ma a partire dall’introduzione del metodo scientifico cartesiano le loro strade si sono lentamente separate.
Con Alessandro Magno e le sue conquiste le tradizioni egizie e caldee, molto evolute, entrarono in contatto con la cultura greca. E furono gli Egizi prima, e i Greci successivamente, ad avviare un processo associativo tra corpi celesti e divinità, conformando alle loro tradizioni i nomi delle costellazioni e dei pianeti, che fu assorbito all’interno degli ambienti filosofici, spirituali ed esoterici di quelle culture.
L’astrologia può essere considerata una “disciplina di confine”, infatti i suoi principi fondamentali sono basati su elementi e nozioni astronomiche e trigonometriche accessibili a chiunque, mentre l’associazione a questi elementi e nozioni dei significati simbolici presuppone “la capacità di percepire, riconoscere ed interpretare lo spirito interiore nascosto nei simboli stessi”.
L’astrologia è stata una mappa importante di lettura dello psichismo umano. Gli archetipi psichici rappresentati dai pianeti mitologici conosciuti nell’antichità raccontano dell’evoluzione umana, di quello che nelle varie fasi storiche l’uomo è stato propenso a credere, di quello che era inciso nel suo DNA e che pertanto, collettivamente poteva accettare e rendere “vero”. Il limite della conoscenza umana si rifletteva e si estendeva, ora come allora, fino ai confini dell’universo, rappresentato dai limiti dello zodiaco e dai suoi pianeti: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, in quanto la fascia zodiacale simboleggiava lo spazio che Dio aveva delimitato per creare il mondo.
Solo in epoca relativamente recente a questi corpi celesti si è aggiunta la “scoperta” dei cosiddetti “pianeti transpersonali”: Urano (1781), Nettuno (1846) e Plutone (1930). La storia evolutiva collettiva ha quindi aperto delle possibilità di “vedere” al di là del mondo fino ad allora conosciuto, al di là delle nostre “colonne d’Ercole”, di superare i limiti del dualismo cartesiano.
L’Enneagramma è un simbolo di rappresentazione dell’intera realtà, un modello dinamico che sintetizza l’Universo tanto a livello macrocosmico, quanto a livello microcosmico. Ha in comune con l’Astrologia la schematica riassunzione della natura umana in un limitato numero di tipologie caratteriali.
L’Astrologia descrive dodici tipi d’uomo, mentre l’Enneagramma parla di nove tipologie: i sette pianeti conosciuti nell’antichità più i due nodi lunari Nord e Sud. Ogni tipo può essere associato ad un pianeta o a un punto astronomico.
I tipi Uno evitano la COLLERA. L’Uno mira al perfezionismo e il suo vizio capitale è l’IRA. L’Uno corrisponde al pianeta Marte. In origine dio dell’agricoltura, Marte è l’equivalente del greco Ares, dio della guerra: a lui i soldati romani rendevano omaggio prima di andare in battaglia. In astrologia rappresenta il lato maschile del carattere. Dotato di una forte carica sessuale, Marte può rendere un individuo tanto aggressivo quanto risoluto, tanto aspro e rude quanto positivo e pieno di energia.
I tipi Due evitano di riconoscere i propri bisogni. Il Due evita di chiedere ed è tentato continuamente di aiutare il prossimo fuggendo da sè stesso. Il suo vizio capitale è l’ORGOGLIO e il pianeta di appartenenza è il Sole.
Si pensa che il culto del Sole abbia avuto origine in Asia, ma quasi ogni civiltà conosciuta ha avuto una divinità solare. In occidente la più importante è stata Apollo. Il Sole, che di fatto è una stella e non un pianeta, rappresenta la generosità del cuore, l’affetto e la magnanimità, la creatività e la gioia; ma il Sole, con aspetti negativi, può alimentare l’autostima al punto da mutarla in pomposità.
I tipi Tre evitano l’insuccesso. I Tre sono dei grandi manipolatori: riescono a rendere felici gli altri di potersi attivare per loro. Il loro vizio capitale è la MENZOGNA e il punto astronomico ad essi collegato è Caput Draconis, (la testa del drago), uno dei due nodi lunari.
I tipi Quattro temono l’ORDINARIETA’. I Quattro sono perennemente tristi, sconsolati e bisognosi di attenzione come nessun altro dei tipi enneagrammatici. Il loro vizio capitale è l’INVIDIA e Mercurio è il pianeta che li rappresenta. Mercurio è il corrispondente romano di Hermes, il messaggero degli dei. E’ l’intellettuale per antonomasia, intuitivo, razionale, versatile e polemico, ma anche eccellente tramite per le comunicazioni.Questo pianeta stimola la mente, il che può rendere l’individuo invidioso, critico e polemico.
I tipi Cinque sono tentati dal SAPERE. Non chiedono e non danno. Il loro vizio capitale è l’AVARIZIA e il pianeta che li delinea è Saturno. Anticamente Saturno segnava il confine del sistema solare conosciuto, per questa ragione viene associato simbolicamente alla limitazione ma anche alla perseveranza; la sua influenza può rendere pratici e attenti, oppure egoisti e di vedute ristrette.
L’enneatipo Sei evita il COMPORTAMENTO ERRATO. Dona la sua fedeltà in cambio di sicurezza. Il suo vizio capitale è la PAURA e il punto astronomico che gli corrisponde è la Cauda Draconis (la coda del drago) il nodo lunare sud.
I tipi Sette evitano il DOLORE. Adorano il piacere e il divertimento e rifuggono dal dolore che tendono a “trasferire”. Il loro vizio capitale è l’INTEMPERANZA e il pianeta che li descrive è Giove, l’equivalente del greco Zeus, il padre degli dei che dall’alto dell’Olimpo lanciava saette in preda all’ira. Questo pianeta governa l’apprendimento, la filosofia e le lingue; la sua influenza può stimolare ottimismo, lealtà e giustizia, ma può rendere illusi, stravaganti, vanitosi e portare a un’eccessiva indulgenza con se stessi.
I tipi Otto in negativo schivano la DEBOLEZZA.Tendono ad imporre la loro volontà agli altri anche con l’uso della forza. Il loro vizio capitale è la LUSSURIA e il pianeta associato è Venere. Venere ha ereditato gli attributi della greca Afrodite, diventando così la dea di ogni forma di amore: ideale, familiare e sessuale. Rappresenta la vita affettiva di una persona. Al pianeta Venere sono associati anche il fascino e l’eleganza. In cattivo aspetto trasforma l’amore in sesso e in lussuria, oppure in egoismo e scarso rispetto per i sentimenti altrui.
Gli enneatipi Nove evitano il CONFLITTO. Per loro nulla è più importante della pace e della moderazione. Sono dei mediatori nati. Il loro vizio capitale e l’ACCIDIA, e il pianeta di riferimento è la Luna. L’accidia è il tipico vizio lunare. Dietro questa mollezza c’è la paura di mettersi in gioco nel mondo, una carenza di struttura cui si affianca il bisogno di essere protetti e contenuti.
Il punto numero Nove con la Luna rappresenta la punta del triangolo interno dell’Enneagramma. Gli altri due punti sono i due Nodi lunari: la Coda, o enneatipo Sei e la Testa del Drago o enneatipo Tre. Ma cosa rappresentano questi tre punti nell’insieme enneagrammatico, qual’è il loro messaggio simbolico?
Anticamente la stella polare non era la nostra Polaris nella coda dell’Orsa Minore, bensì la leggendaria Thuban, posta nel corpo del Drago, un immenso serpente di stelle. Da allora, gradualmente, per via della precessione degli equinozi, il polo si è spostato fino a raggiungere l’odierna Stella polare. Il sommo guardiano del cielo stellato era il Drago, la cui qualità era l’instancabile vigilanza, la sua vista eccezionale e la sua capacità di non dormire mai. Sembra che la radice etimologica del termine derivi dal greco DERKEIN, cioè “vedere”.
Il fatto che le stelle del Drago non tramontassero mai, faceva di questa creatura il vero simbolo dell’eternità, della consapevolezza e della vigilanza. Astronomicamente i nodi lunari sono i punti matematici che delineano l’intersezione dell’orbita lunare con l’eclittica, che è il percorso apparente del Sole attorno alla Terra. I nodi sono i punti dove i principi lunari e solari si collegano. Il Nodo Nord è il punto dove l’orbita lunare si eleva sopra l’eclittica e il Nodo Sud è il punto in cui l’orbita della Luna scende sotto l’eclittica. I due nodi sono sempre esattamente di fronte l’uno all’altro. Si tratta di punti matematici, quindi, non di corpi fisici. I Nodi esprimo pura energia.
La Luna riflette la luce solare, è passiva, ricettiva e femminile, emotiva e sensitiva. Fornisce forma e posizione alle nostre esperienze, all’espressione solare. Si riferisce ai nostri condizionamenti, alle abitudini, ai vizi: è la nostra memoria, il nostro subconscio e il nostro inconscio. Il Sole, al contrario è il nostro conscio, la volontà, la potenza, lo scopo di vita.
I Nodi rappresentano sulla carta i punti in cui il nostro passato e le memorie della nostra anima lunare si intrecciano con le esperienze coscienti solari. Il Nodo Sud (Cauda Draconis) è il punto sotto l’eclittica che ci collega al nostro passato. Il Nodo Nord (Caput Draconis) è il punto dove emergiamo dal passato e ci spostiamo verso un nuovo territorio, verso nuove possibilità. Moto centrifugo o centripeto? La Luna è nel centro, potente mediatore del nostro psichismo. I miti che la avvolgono tendono a mostrarla bella e femminile, ma anche una crudele seduttrice: ammaliò Ulisse sotto le sembianze della maga Circe; come Ecate ricompensava i suoi favoriti e fu vista condurre il suo carro attraverso il cielo notturno nelle vesti di Selene, l’ipnotizzatrice di Endimione, re dell’Elide. Selene si innamorò del bellissimo giovane ed ogni notte andava a visitarlo in una grotta del monte Latmo. Pur di poterlo avere sempre per sé, Selene gli diede il sonno eterno.
Il tre, in tutte le cosmogonie, rappresenta l’aspetto trasformativo, il frutto, dell’unione di un aspetto attivo con un aspetto passivo. Passato, presente, futuro: Potenzialità latenti rappresentate dai punti sul nostro triangolo. La Luna, l’apice del triangolo, sta lì a mediare le nostre scelte. Scivoleremo verso le tendenze ipnotiche del passato, verso le memorie incamerate nel nostro DNA , verso le regole del gruppo, familiari e sociali, verso la Coda del Drago, l’enneatipo Sei, o tenderemo a spostarci e a puntare direttamente verso la Testa del Drago, verso le potenzialità non ancora esplorate del Nodo Nord, verso aspetti inesplorati del nostro DNA? Anche questo punto, però racchiude in sé una trappola: la tendenza a voler girare le spalle al passato nell’inseguimento di nuove esperienze.
Gli enneatipi Tre, (il Caput Draconis, il Nodo Nord), sono spinti a lottare per il successo. La loro personalità tende a identificarsi col successo personale. Non ammettono i propri errori e cercano di evitare ogni forma di fallimento, anche a costo di mentire a sé stessi e agli altri riguardo all’esito dei loro sforzi. Il prezzo personale del loro trionfo è davvero molto alto!
La tentazione del Nodo Nord è la dimenticanza del proprio passato nell’inseguimento del successo futuro e questa trappola non è meno pericolosa di quella del Nodo Sud. Non è recidendo i legami con il passato che raggiungeremo un vero equilirbrio. La paura dell’insuccesso o effettive sconfitte, ci porterebbero indietro verso il Nodo Sud, facendoci sentire l’amaro sapore del fallimento spirituale. Il vero processo indicato dal Nodo Nord, dall’enneapito Tre, non è, infatti, quello di scordarsi delle proprie origini, ma di utilizzarle per costruire su di esse, utsandole in una maniera nuova. Solo delle salde radici danno vita ad una solida struttura!
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