Per gli “addetti ai lavori” ormai è risaputo e appare una situazione normale: le antiche tradizioni orientali portano con sé un bagaglio culturale e medico che spesso riesce a superare brillantemente le conoscenze occidentali basate su complesse ricerche scientifiche.
Il punto di forza risiede senz’altro nella approfondita conoscenza dell’essere umano, non rappresentato unicamente da un corpo fisico, ma da pura “energia” che sottintende a tutte le leggi dell’Universo.
Una volta comprese queste ultime, infatti, è molto più semplice capire i meccanismi di causa/effetto che sorgono in caso di patologie.
Anzi, in realtà la vera sapienza sta proprio nel saper prevenire le malattie prima che si manifestino, leggendo intrinsecamente tra i segnali che la nostra mente e il nostro corpo ci inviano.
In pratica, da sempre, l’Oriente ha una vastissima conoscenza dell’Universo e dei suoi meccanismi; situa l’uomo all’interno di un sistema molto più ampio.
Non può quindi soffermarsi sulle singole funzioni di organi o psiche senza prima conoscerne l’intera struttura.
Un po’ come dire che noi studiamo le cellule che vivono all’interno del nostro corpo, ma non ci rendiamo conto che noi stessi siamo cellule all’interno di un ulteriore corpo chiamato Gaia.
Anch’esso, a sua volta, vive all’interno di un altro corpo, definito sistema solare e così via.
Si potrebbe dire che per la medicina Orientale le parole di Giordano Bruno: “Viviamo in Infiniti Mondi” erano tutt’altro che eretiche ma ben comprensibili.
Ogni malattia, secondo la medicina cinese, è semplicemente il risultato di uno squilibrio energetico, dovuto a un difetto di assimilazione o produzione del Qi (l’energia).
Esso viene prodotto per mezzo dei nostri organi e assimilato attraverso i nostri visceri, circolando attraverso quelli che in medicina cinese vengono chiamati meridiani.
Il Qi può essere modificato anche attraverso i cibi che assumiamo o dall’aria che respiriamo, tenendo presente che ognuno di noi ha un Qi “naturale”(il Jing) , quello che ci viene “regalato” dai nostri genitori al momento del concepimento.
Secondo gli esperti, l’approccio occidentale, non tiene conto di questi fattori e si può dire che è esattamente l’opposto di quello orientale. Questo perché «La medicina occidentale studia soprattutto la materia, cioè la struttura, l’organo, e da essi parte per capire la sua funzione e quindi l’energia. La medicina orientale e invece, ha percepito inizialmente il Qi e, dal suo studio, arriva alla funzione e infine all’organo».
Tale sapienza qui non era così sconosciuta un tempo, soprattutto in ambito filosofico, quando Talete similmente affermava che la materia fosse animata e che lo spirito si incarnasse in essa.
Parlando di benessere, secondo l’ottica orientale, si potrebbe dire che conoscendo le leggi del cosmo (Dao) possiamo imparare a prevenire le malattie prima ancora che si manifestino, o comunque possiamo mantenere uno stato di salute ottimale.
Tra le tante tecniche ci sono due arti tradizionali che possono essere eseguite da chiunque e che apportano numerosi benefici sia a livello mentale che fisico.
Si tratta del Qi Gong e del Taijiquan. Entrambe le tecniche sono una sorta di ginnastica molto lenta, ma dai movimenti armonici e sinuosi che promuovono la salute attraverso la stimolazione dei meridiani energetici. Anch’esse si basano su una conoscenza della natura e del corpo umano che lascia sbalordito chiunque tendi di approfondirne i meccanismi.
(CONTINUA)